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Testi musica - Lucio Battisti - Hegel - La Voce Del Viso
 
 

Lucio Battisti

 
Album Hegel
 
 

La Voce Del Viso

 
Per insignificanti movimenti
tanti e tanti il volto e' tutto
e tutto sta raccolto sopra il tuo bel volto.
Lingua che sei straniera e non si sa se vuoi che io
ti distingua dalla mia o se mia lingua ti finga.
Bocca di gradazioni, intera gamma dalle predilezioni
alla maniera amara.
Bocca che mi sei cara appena appena schiusa quando armatura in te
quella fessura e' un dissuadendo le svariate forme labili d'espressione
per tentativi ed approssimazione.
Ed il tuo volto e' tutto
nel momento in cui passando sopra la tua immagine
della quale e' troppo facile dire che in superficie
affiori l'anima passando sopra alla tua immagine invece
ci si vede intraducibile l'estraneita' al lavoro.
Che il volto e' tutto
ma non e' del corpo al quale pare unito.
Il corpo contentando il senso della nutrizione
il viso l'ascensione, l'assorbenza dell'inappetenza
perche' un bel volto e' bello se lo si puo' guardare
e' un disimparare del mondo questo e quello.
Cosi' ci si innamora di un viso in cui l'estraneita' lavora.
Il corpo segue come un testimone casalingo e familiare
e di questa apparizione in su la cima.
Quest'opera sensibile il tuo volto che si manifesta ed e'
oltre all'ordine della natura.
Ecco come tutti i portenti tende a scomparire
piu' cerchi di tenerlo a mente e nelle spire dei ritrovamenti portentosi.
E la voce del viso allora nemmeno ricorre ai miracoli
non un riso, un pianto non una smorfia, densa d'oracoli.
Ma da' senso quella voce a un solo volto che sotto il mio
rotola si ferma e freme alle mie mani preme
perche' lo riporti in cima, in vetta al suo sistema dei piaceri.
Secondo un canone, un precetto ed una disciplina
che inumidisce i capelli e per discrezione
stende un velo di malore sulla pelle.
Ti spadroneggia allora il tuo godi'o disincantato in quanto piu' e' resti'o
al racconto lenitivo, al riassunto giulivo.
E non e' riso appunto e non e' pianto il tuo perche' racconto e' il riso
e pianto il suo riassunto.
Sul viso la sintassi non ha imperio, non ha nessun comando.
 

Lucio Battisti - Hegel